Che cos'è?
Si tratta di alterazioni a carattere degenerativo ad evoluzione progressiva dei tessuti cutanei e sottocutanei sottoposti ad una prolungata, eccessiva pressione esterna in grado di schiacciarli sulle superfici ossee sottostanti. Le aree del corpo più comunemente coinvolte sono: i distretti sacrali, quelli trocanterici (laterali alti delle cosce), i talloni, i malleoli laterali (la parte più prominente delle caviglie) e le tuberosità ischiatiche (le parti più basse delle regioni glutee). Fattori predisponenti riconosciuti sono: immobilizzazione prolungata, deficit sensoriali, alterazioni vascolari, denutrizione, diabete. Quando la pressione esterna supera quella del sangue circolante nei capillari, il flusso si interrompe e le cellule cominciano a "soffocare". La pressione presente nei capillari è solitamente pari a 12-32 mm di mercurio. Durante l'appoggio del corpo su un materasso si possono rilevare pressioni comprese tra 70 e 150 mm di mercurio. Maggiore sarà la pressione esterna, minore sarà il tempo di sopravvivenza delle cellule. Il movimento intermittente dei pazienti per poter far "respirare" nuovamente le cellule sofferenti e mettere in condizioni di apnea altri tessuti, consente di evitare la progressione dei processi di soffocamento verso una situazione di danno irreversibile e la conseguente formazione di ulcere. Si possono riconoscere 4 stadi di decubito: il primo si presenta come un alone di eritema non sbiancabile alla pressione; il secondo si caratterizza per una perdita di sostanza totale o parziale della cute (bolle, ulcere); il terzo comprende un danno a tutto spessore della cute con estensione al tessuto sottocutaneo; il quarto identifica un danno irreversibile esteso e profondo, con il coinvolgimento della fascia, dei tendini, dei muscoli e delle ossa. Le cellule della cute sono più resistenti all'"asfissia" che quelle dei tessuti sottocutanei. Spesso quando si osserva un decubito di primo grado a livello cutaneo, siamo di fronte alla punta di un iceberg, in quanto il tessuto adiposo sottostante è già necrotico (non più vitale).
Percorso SDC
Il percorso clinico-terapeutico proposto da SDC prevede una prima valutazione specialistica, anche a domicilio del paziente. La strategia terapeutica più opportuna verrà elaborata assieme a medici specializzati in branche affini (fisiatra, neurologo, dietologo) e prevede l'utilizzo delle tecniche dermochirurgiche più avanzate abbinate ad un regime di medicazioni personalizzate adottando le tecnologie più innovative. Una serie di controlli clinici è prevista per osservare la progressione della patologia in relazione agli interventi effettuati.