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CHIRURGIA
DERMATOLOGICA

ESCISSIONE CHIRURGICA CISTI MIXOIDE

Questo tipo d'intervento consente di eliminare con successo una specifica patologia delle estremità digitali grazie ad una tecnica di identificazione cromatica (colorazione differenziale dei tessuti) che si limita alle alterazioni anatomiche da trattare. I benefici derivano da una ridotta manipolazione chirurgica dei tessuti; da un'azione più mirata del chirurgo e da una conseguente riduzione dei tempi di guarigione.


Che cos'è?
 

L'escissione chirurgica delle cisti mixoidi delle estremità delle dita rappresenta un intervento relativamente semplice che prevede l'asportazione completa delle strutture cistiche previa identificazione del loro canalino di comunicazione con la cavità articolare corrispondente. Questo importante passo, necessario a ridurre la percentuale di recidive locali, si ottiene con l'introduzione intra-articolare di un mezzo di contrasto colorato (blu di metilene). La distribuzione selettiva del colorante all'interno delle membrane di contenimento delle cisti consente all'operatore di identificare con sicurezza la patologia da trattare, risparmiando inutili danni ai tessuti sani immediatamente circostanti. La ricostruzione chirurgica avviene solitamente ruotando un lembo di cute a copertura del difetto.
 


Punti salienti

 

  • Previeni le deformazioni della lamina ungueale
  • Evita l'insorgenza di fastidiose infezioni ricorrenti
  • Livella la superficie dell'estremità delle dita





Breve descrizione generale
 

Le cisti mixoidi sono in realtà dei “sacchetti” di tessuto fibroso che contengono del materiale gelatinoso prodotto dall'articolazione delle due ultime falangi delle dita. Patologie infiammatorie di natura degenarativa (osteoartrosi) o post-traumatica inducono le cellule delle articolazioni colpite a produrre un liquido gelatinoso che sottoposto a pressione può premere sulla membrana articolare fino ad indebolirne focalmente la struttura. Ne consegue la formazione di una piccola cavità rotondeggiante, comunicante con quella articolare, riempita di liquido gelatinoso. Nel tempo i volumi delle cisti sono destinati ad aumentare. La loro vicinanza con la “fabbrica dell'unghia”, la matrice ungueale, può provocare una deformazione della lamina ungueale nei punti sottoposti a pressione. L'asportazione dermochirurgica della cisti mixoide consente la sua completa eliminazione comprendente anche la chiusura del canalino di comunicazione con la cavità articolare.

 

Come funziona?

L'dentificazione cromatica della struttura cistica e del suo peduncolo di comunicazione con la cavità articolare sono fondamentali per poter intervenire con precisione e sicurezza su un'area anatomica minuta come quella delle estremità digitali. Certamente questo tipo d'intervento non è in grado di eliminare la situazione degenerativa in sede intra-articolare, prima responsabile della formazione della cisti. Il suo scopo principale è l'eliminazione di un “corpo estraneo” (la cisti) che, con la sua espansione, provoca una compressione della matrice ungueale con conseguente deformità della lamina. Il frammento chirurgico viene comunque inviato al laboratorio di dermatopatologia per confermare inequivocabilmente l'origine della patologia. Il difetto chirurgico viene ricostruito con dei lembi di rotazione ricavati dalla cute immediatamente circostante in modo da consentire il mantenimento delle medesime caratteristiche della cute originale.

IN CHE COSA CONSISTE?
  • 1 Immediatamente prima
  • 2 Durante
  • 3 Immediatamente dopo

Prima dell'intervento i Pazienti devono aver risolto completamente i possibili fenomeni infiammatori correlati alle cisti mixoidi. Una radiografia viene richiesta preliminarmente per evidenziare il grado di “artropatia” (patologia a carico dell'articolazione) presente a livello dell'articolazione digitale corrispondente. Una profilassi antibatterica viene prescritta preliminarmente. Il chirurgo dermatologo provvede ad identificare i margini della cisti con una sottile traccia di pennarello dermografico. Induce una completa anestesia digitale praticando una delicata iniezione di anestetico locale in grado di bloccare completamente i nervi responsabili della conduzione del dolore alla radice del dito (anestesia tronculare digitale). Controlla la completa assenza di sensazione a livello della regione da operare prima di intervenire.


Le sensazioni dolorose non vengono assolutamente percepite in quanto l'anestesia è completa. Il chirurgo dermatologo provvede a circondare la radice del dito da operare con un laccio emostatico (strumento necessario a bloccare temporaneamente l'afflusso di sangue all'estremità). Identifica l'articolazione digitale compromessa e provvede ad iniettare al suo interno una minuta quantità di colorante sterile (blu di metilene). Dopo pochi minuti la cisti assume una colorazione azzurrina a conferma della presenza della sua comunicazione con la cavità articolare. Il chirurgo dermatologo provvede ad incidere la cute seguendo i tracciati del pennarello. Isola delicatamente la cisti ed identifica il suo peduncolo di comunicazione con la cavità articolare grazie all'evidente colorazione blu. Cauterizza i vasi sanguinanti e sigilla, con la medesima tecnica elettrochirurgica, il canalino di comunicazione. Ricostruisce il difetto chirurgico posizionando un lembo di cute ruotato opportunamente dalla sua periferia. Il lembo viene stabilizzato con opportune suture transdermiche di piccolo spessore. La ferita chirurgica viene protetta da un'adeguata medicazione.

 

I Pazienti vengono trattenuti in osservazione per un periodo di 10′-15′ dopo l'intervento. Il disagio post-operatorio è solitamente di lieve entità ed è comunque ben controllato dall'applicazione di impacchi di ghiaccio e da blandi antidolorifici. La medicazione chirurgica deve rimanere in sede per 8-10gg. La rimozione delle suture ed il controllo dei processi di riparazione sono previsti a distanza di 10 giorni dall'intervento. Edema (gonfiore) e arrossamento sono alterazioni di comune riscontro dopo gli interventi dermochirurgici. Si risolvono più o meno rapidamente in rapportro all'estensione delle procedure e alla sollecitazione locale dei tessuti. La cute trattata rimane più sensibile nei confronti degli sfregamenti, della pressione, e dei raggi solari per alcuni mesi dopo l'intervento. È opportuno seguire un'adeguata strategia protettiva.

 


Quanto dura?
 

La durata dell'intervento dipende dall'entità e dal numero delle patologie da trattare. Solitamente vanno preventivati 45′-60′. Una volta consolidati i processi di riparazione tissutale, l'esito dell'intervento è permamente. La possibilità di eventuali recidive dipende dall'entità della patologia degenerativa a livello articolare, dall'utilizzazione “meccanica” dell'articolazione oggetto della patologia, da eventuali traumi focalizzati all'articolazione.



Quando vedrò i risultati?
 

I risultati sono immediati e consistono nella completa scomparsa dei fenomeni compressivi sui tessuti circostanti indotti dall'espansione progressiva della cisti. La maturazione ed il rimodellamento delle cicatrici chirurgiche richiede 4-8 mesi, ma in alcuni casi può prolungarsi anche fino a 12 mesi. Durante questo periodo è possibile osservare degli arrossamenti e degli ispessimenti della rima cicatriziale. Opportuni interventi di “supporto” possono controllare efficacemente l'evoluzione “anomala” delle cicatrici. Quando le alterazioni degenerative presenti a livello delle articolazioni digitali sono particolarmente importanti, è possibile osservare la comparsa di altre cisti. Questa evoluzione viene solitamente ostacolata dal tessuto cicatriziale profondo prodotto dall'intervento chirurgico. Nel caso la patologia cistica di nuova insorgenza determini una situazione clinica simile a quella iniziale (ma in altra sede) è possibile programmare un nuovo intervento dermochirurgico.


Quanto costa?
 

I costi per la consulenza iniziale e per gli interventi successivi sono ragionevoli in rapporto alla qualità dei servizi forniti dal nostro Centro. Contattaci per avere ulteriori informazioni.

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