La fotocoagulazione laser si basa sul principio della “fototermolisi selettiva” (Anderson & Parrish 1983), successivamente perfezionato dalla “teoria della foto-termolisi estesa” (Anderson 2001). Secondo questi enunciati, qualsiasi “bersaglio” biologico può essere distrutto selettivamente dal calore prodotto dalla luce laser, senza danneggiare i tessuti vicini, a patto che l'operatore scelga correttamente il tipo di laser ed i tempi di applicazione del raggio. I vasi capillari e venulari di color rosso “frenano” il passaggio di determinati tipi di raggi laser. L'esperienza clinica ha individuato nel colore GIALLO-ARANCIO (577-585-595nm) la luce più indicata per essere “frenata” selettivamente dal sangue che circola negli angiomi e nei capillari più visibili della cute. Quando la potente luce del laser viene “frenata” produce degli impulsi di calore capaci di danneggiare la parete dei capillari. La successiva reazione dell'organismo elimina i capillari danneggiati “sigillandoli” con il processo della coagulazione. Il sangue viene “deviato” nei capillari più profondi ed in quelli più piccoli non percepibili dall'occhio umano inducendo un visibile schiarimento della pelle.
Il Prof. Leonardo Marini ha formato la sua esperienza in questo affascinante campo della chirurgia dermatologica frequentando numerosi siti di eccellenza negli Stati Uniti, in Australia, Nuova Zelanda e in Europa. Convinto fautore dell'efficacia dei laser nella terapia delle malformazioni capillari e venulari della cute, ha scritto numerosi capitoli su questo tema. Ha inoltre presentato le sue esperienze ai congressi organizzati dalle maggiori società scientifiche attive in questo campo. È stato uno dei primi promotori della tecnica del “photo-layering” (sovrapposizione sequenziale di passaggi laser di uguale o diversa lunghezza d'onda). Utilizza il dye laser pulsato da 12 anni ed attualmente lo abbina alle sorgenti di luce pulsata ad alta intensità (multilight photo-layering).
La luce laser non esiste in natura. I raggi laser vengono prodotti da speciali apparecchi la cui tecnologia è in costante evoluzione. Le loro caratteristiche si differenziano dalla luce comune per tre proprietà fondamentali: la monocromaticità (i raggi sono composti da un unico tipo di “palline di energia” luminosa dalle quali dipende il “colore” della loro luce); la coerenza (le “palline di energia” procedono in modo perfettamente sincronizzato ed ordinato lungo il loro percorso); la collimazione (i raggi non deviano dal loro asse di emissione). Queste proprietà consentono di sfruttare al massimo l'azione della luce sulle microstrutture della pelle limitandola esclusivamente a quelle in grado di “frenarla”. Il calore prodotto dalla brusca “frenata” si concentra selettivamente sui “punti d'impatto” senza ledere i tessuti circostanti. Nella fotocoagulazione vengono utilizzati particolari raggi laser in grado di limitare la loro azione esclusivamente a livello delle microstrutture dei vasi sanguigni che, surriscaldati, si occludono.
I pazienti non devono essere abbronzati. Ogni forma di “camouflage” coprente deve essere rimosso prima del trattamento. La fotocoagulazione è ben tollerata. Alterazioni particolarmente estese del volto ed i piccoli pazienti pediatrici richiedono un'anestesia locale eventualmente assistita da una sedazione endovenosa somministrata da uno specialista anestesiologo. Il chirurgo dermatologo provvede ad identificare i margini delle lesioni da trattare con un tratto di pennarello. Gli occhi del paziente vengono protetti con occhiali speciali o con particolari scudi corneali simili a lenti a contatto. La cute da trattare viene ricoperta da uno strato di gel trasparente.
Gli impulsi laser sono di breve durata (0,5-10ms) ed il loro impatto sulla pelle viene descritto dalla maggior parte dei pazienti come uno “schiocco” di un piccolo elastico seguito da una sensazione di calore. Il chirurgo dermatologo li posiziona in sequenza, uno accanto all'altro, fino a coprire tutte le aree da trattare. In alcuni casi effettua più passaggi utilizzando parametri e sorgenti di luce diversa. Nei Pazienti sottoposti ad anestesia locale o a sedazione endovenosa le sensazioni dolorose non vengono percepite. La durata delle sedute dipende dall'estensione e dall'entità delle alterazioni da trattare ma soltamente richiede 15-60 minuti.
La durata degli interventi varia in rapporto all'estensione e alla collocazione anatomica delle patologie da trattare. Solitamente vanno preventivati 15′-90′. Gli effetti della fotocoagulazione sono permanenti sui capillari trattati. Una minima percentuale di “ricanalizzazione” è possibile, soprattutto in corrispondenza dei vasi sanguigni sottoposti a maggiore pressione, nei soggetti con dermatoeliosi severa (invecchiamento solare) ed in quelli affetti da rosacea instabile. Nelle malformazioni capillaro-venulari sono stati osservati fenomeni di parziale “ricanalizzazione” con ridistribuzione del flusso di sangue a livello delle aree trattate a distanza di alcuni anni. Un nuovo ciclo di fotocoagulazione è in grado di contrastare efficacemente questo fenomeno.
I risultati sono visibili progressivamente nel giro di 30-90 giorni. Nei pazienti affetti da malformazioni capillaro-venulari (angiomi piani) sono previste almeno quattro sedute, programmate a distanza di 90 giorni tra loro, per ottenere degli schiarimenti significativi.
I costi per la consulenza iniziale e per i trattamenti sono ragionevoli in rapporto al livello di qualità fornito dal nostro Centro. I prezzi dipendono dall'estensione delle aree da trattare, dai tempi di esecuzione e dalla difficoltà tacniche dei singoli trattamenti. Contattaci per avere ulteriori informazioni.